21 Febbraio 2016 ore 18,00

LA PURGA DI BEBE'

di Georges Feydeau



La purga di Bebè, scritta nel 1910 è una farsa che appartiene ad una serie di cinque atti unici scritti da G. Feydeau tra il 1908 e il 1916. Caratteristica delle cinque farse è quella di avere un comune tema drammaturgico incentrato sul rapporto marito-moglie e per questo, l’Autore pensò bene di dare alla serie teatrale il titolo: Dal matrimonio al divorzio.
La donna del teatro di Feydeau, messi da parte gli spensierati e borghesi abiti del vaudeville si traveste, prendendo la maschera di moglie e di madre, lasciandosi andare in atteggiamenti e comportamenti autoritari, pur di soddisfare i propri capricci o, peggio, quelli dei figli.
La purga di Bebè, tradotta e adattata da Francesco R. Vadalà pur restando fedele al numero dei personaggi e ai canoni del teatro di Feydeau, vede la sua rappresentazione ambientata a Roma nel 1911, quando l’entusiasmo degli italiani guardava alla presa di Tripoli, ritenendo tale intervento bellico risolutivo per la questione politica ed economica dell’Italia e per questo, non mancano nel testo quei riferimenti storici che con sottile ironia rendono ancora più divertente la farsa di cui si trascrive, brevemente, la sinossi:
Bastiano – produttore di vasi da notte infrangibili – ha invitato a pranzo un cliente molto importante, nonché la moglie e l’amante di lei. La giornata sembra cominciare come tutte le altre, ma, ben presto, prende una piega alquanto insolita: il figlio Totò, un viziato bambino di sette anni, non vuole prendere la purga. La madre, esagerata, apprensiva ed iperprotettiva, tenta, in tutti i modi, di coinvolgere il marito nel difficile intento. Nel frattempo arriva il cliente che finisce per rimanere irretito in una dinamica familiare da cui potrà tirarsi fuori solo prendendo, suo malgrado, la purga.
Tra i capricci di Bebè, vasi da notte andati in frantumi e tanto singolari quanto comiche sfide a duello, la farsa si realizza in un clima di sana comicità.
Niente si svolge come previsto…